Il nostro scenario base prevede crescita forte e comunque superiore a quella del New Normal. Anche l’inflazione, tuttavia, invertirà la tendenza degli ultimi 20 anni
Il picco, seppur a livelli elevatissimi, raggiunto da alcuni dati macro, la forte riduzione dei tassi di interesse e la martellante attenzione mediatica riservata alla variante Delta sembrano far temere un imminente nuovo rallentamento economico che a sua volta giustifica la tesi di chi si ostina a considerare solo temporaneo il rialzo dell’inflazione. BlueStar non concorda con nessuna delle due ipotesi. Pur consci dei rischi rappresentati dalle varianti, soprattutto da quelle che dovessero dimostrarsi resistenti ai vaccini (in questo caso sarebbero dolori!), dobbiamo attenerci ai fatti i quali delineano chiaramente, per ora, una prima fase di boom economico, che non si vedeva da decenni, seguito da una fase più moderata ma pur sempre superiore al “new normal” post 2008. Dopo tutti gli interventi monetari, fiscali e con la voglia di rivivere, investire, ripartire della razza umana non potrà essere altrimenti. Abbiamo più volte ricordato come da decenni non si vedevano interventi fiscali così massicci, sia improduttivi di breve termine che, fortunatamente, produttivi di lungo termine. E per una volta l’Europa si è dimostrata unita e lungimirante con il suo Recovery Plan. Negli USA invece sono stati facilmente approvati gli “helicopter money” e le varie sovvenzioni che stanno distorcendo il mercato del lavoro causando colli di bottiglia e rialzi dei prezzi mentre ancora si litiga per il piano “Build Back Better” che modernizzerebbe un impianto infrastrutturale fermo ai tempi della “Febbre del sabato sera”, per restare in tema. Se è in questo modo che gli USA intendono competere con la Cina stanno freschi. Prima o poi il piano verrà approvato, speriamo, e nel frattempo l’economia USA cresce comunque a ritmi compresi tra il 6% - 8% reale. Tanta roba. La gente vuole tornare a vivere, a consumare, dispone di un “tesoretto” di risparmio enorme (anche grazie alle suddette sovvenzioni). Le imprese dall’altra parte, dopo lo spavento del 2020 e i colli di bottiglia nella produzione, stanno tornando a ricostituire scorte e ad investire in capacità, spesso rilocalizzando parte della produzione dall’estero, per evitare rischi futuri ed aggirare possibili tariffe. Intel, giusto per fare un esempio, prevede di investire 25bn di dollari in stabilimenti produttivi in USA ed Europa, sperando tra l’altro di riceve sovvenzioni pubbliche vista la strategicità dei semiconduttori per la Green economy e l’attuale gravissima crisi nelle forniture degli stessi. La crescita economica riguarda gran parte dei paesi, non solamente gli USA. In Europa ci si attendono ritmi di crescita molto simili, per non parlare della Cina che dopo l’eccezionale 2020 (+2.5% nonostante tutto) è attesa in crescita del 6.5%. Meno male che c’è stato il Covid! Solo un nuovo grave shock pandemico potrebbe invertire la tendenza. D’altra parte, BlueStar continua a ritenere che per l’inflazione si stia aprendo una nuova era dopo il periodo deflazionista del 1997 – 2018. Ci siamo ampiamenti dilungati in passato sui motivi per i quali riteniamo che quasi tutte le forze deflattive del passato diventeranno ora inflattive. A breve ne aggiungiamo un’altra che riguarda l’aumento, già visibile, degli affitti (soprattutto in USA dopo la fine della moratoria sugli sfratti) in un settore immobiliare tiratissimo, quindi con prezzi in rialzo, a causa della domanda elevata, anche da parte dei millennials, e della scarsità di offerta. L’inflazione non sarà quindi temporanea, limitata ai prezzi delle auto usate come afferma Powell, anche se ci vorrà ancora qualche mese di evidenza per convincere il mercato che ancora si affida alla presunta, ma sempre smentita, onniscienza dei banchieri centrali.