Rotazione settoriale: non tutti i growth sono eccessivamente cari ed alcuni value non sono più tali. Mercati troppo tirati.
Negli USA, tra l’altro, tra messaggi di solidarietà a Meghan Markle, a Navalny e ai dimostranti di Hong Kong, Biden ha finalmente trovato il tempo anche per far approvare il fiscal stimulus. Era ora. Nella speranza che gli USA comincino a pensare di più agli affari di casa propria e alle enormi diseguaglianze di una società che sta implodendo (tutto coerente alla solidarietà per la povera Meghan), attendiamo ora il piano infrastrutturale, l’unico veramente in grado di creare ricchezza sostenibile di lungo termine e non mere sovvenzioni. L’esplosione economica che ne conseguirebbe tuttavia è paragonabile ad un picco glicemico successivo all’ingestione di troppi zuccheri. È come quando mio figlio piccolo ruba di nascosto e mangia cinque merendine di fila e poi lo trovo collassato sul divano. Fino a ieri nessuno si interessava dei tassi a lunga che si supponeva rimanessero a 0.5% per sempre, oggi come di incanto tutti tornano a parlarne. Sarà lo stesso per la FED. Immemori delle volte in cui le banche centrali sono state costrette a cambiare idea da un trimestre all’altro (vi ricordate l’auto-pilot dell’aumento dei tassi di Powell o la Lagarde che diceva “non siamo qui per chiudere spread” …?), si dà per certo che le politiche monetarie non cambieranno fino al 2023 almeno, perché i debiti sono alti. E quindi? Ci aspettiamo forse che il debito scenda? Perché altrimenti se questa è l’argomentazione allora non sarebbe ammissibile un aumento dei tassi fino al 2035 almeno. Ma ammettiamo pure che sia così, è mai possibile che non ci siano conseguenze di ciò? La coperta è corta e prima o poi qualcuno deve cedere. Queste considerazioni sono forse troppo sofisticate da capire per i nuovi “guru” dell’alta finanza dei growth stocks o dei Reddit boys ma non dovrebbero esserle per chi ha studiato ed ha anni di esperienza. La mini-rotazione settoriale che abbiamo già sperimentato in questi giorni è destinata, a nostro parere, a continuare dopo un contro-trend tecnico. A proposito della rotazione abbiamo due notizie, una buona e una cattiva. Quella buona è che a parere di BlueStar non bisogno fare l’errore di buttare via “il bambino con l’acqua sporca”: vi sono alcune sacche eccessive di speculazione in alcuni settori growth ma le recenti correzioni, se dovessero continuare, offrirebbero punti di entrata molto interessanti per titoli che sono stati venduti per contagio più che per demerito. Occorre saper distinguere tra growth di qualità e “fuffa”: Tesla è una cosa (insieme ad altri titoli preferiti da Cathie Wood come Nio, Plugpower, Palantir, Roblox…) ma Alphabet e Amazon, ad esempio, sono un’altra. La brutta notizia è che anche tra i value occorre saper distinguere. BlueStar ha fatto la chiamata value a inizio estate 2020 quando si scontavano ancora utili da recessione fino al 2022 compreso. Ora, tuttavia, alcuni value non sono più tali e si ritrovano di nuovo ai massimi storici di sempre, come se nulla fosse successo. Questo ci porta, ed il cerchio si chiude, alla generale conclusione di mercati troppo esuberanti e troppo cari. Inseguire a proprio rischio e pericolo.